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Emozione Schumacher, il campione tedesco "torna a parlare" in un'intervista inedita: "Nel 2000..."


21/11/2018 14:24 RedazioneInterviste
Emozione Schumacher, il campione tedesco torna a parlare in un'intervista inedita: Nel 2000...

A cinque anni di distanza il riserbo sulle condizioni di Schumi è massimo, ma per il 50esimo compleanno il silenzio è stato rotto da queste immagini.


La famiglia di Michael Schumacher ha pubblicato sul sito del campione tedesco un'intervista inedita girata il 30 ottobre del 2013, poche settimane prima del grave incidente che lo ha colpito. A cinque anni di distanza il riserbo sulle condizioni di Schumi è massimo, ma in vista del 50mo compleanno (il 3 gennaio) il silenzio è stato rotto da queste immagini. Schumi parla del suo idolo, dei mondiali vinti e dei rivali in pista. Il sette volte campione del mondo di Formula 1 - scrive SportMediaset - si prestò a rispondere alle domande degli appassionati che, tra una curiosità e l'altra, gli chiedevano quale fosse il rivale più rispettato in pista o il Mondiale a cui tenesse di più. "Il campionato più emozionante fu quello vinto a Suzuka nel 2000 con la Ferrari - risponde Schumacher -. Il Cavallino non vinceva il titolo da 21 anni e anch'io non trionfavo da quattro. Finalmente vincemmo il campionato, un grande campionato".

In quell'anno la sfida fu con Mika Hakkinen e la sua McLaren, un avversario molto stimato dal campione tedesco: "Il rivale che ho rispettato di più in carriera è stato Hakkinen, sia per le grandi battaglie in pista che per una relazione molto solida anche una volta tolti i caschi". Parlando invece di idoli da bambino Schumi ha cambiato sport: "Quando ero piccolo in pista c'era Ayrton Senna o Vincenzo Sospiri, li ammiravo. Il mio idolo però era Harald "Toni" Schumacher perché fu un grande calciatore (portiere della Germania Ovest ndr)".

Nel video dell'intervista inedita poi Schumi fa un confronto tra la sua Formula 1 e quella attuale (al 2013) e spiega le difficoltà della carriera da pilota. "La F1 è molto dura, anche se prima lo era molto di più senza i limitatori di potenza, la direzione assistita e i vari aiuti elettronici. Però resta uno degli sport più duri che ci possano essere e necessita di una grande preparazione fisica. La chiave del successo però è volersi migliorare sempre. Io ho sempre pensato di non essere molto bravo come pilota, penso sia stata una chiave per diventare quello che sono diventato. Il talento è una cosa importante nel motorsport, ma devi saperlo coltivare e sviluppare".

Al giorno d'oggi le monoposto sono un fattore sempre più importante per il risultato finale di una scuderia o di un pilota, senza una macchina competitiva è difficile raggiungere la vittoria, però per Schumacher la cosa più importante resta il gioco di squadra: "I risultati arrivano se tutti lavorano bene nella stessa direzione. Da solo uno può fare fino a un certo punto, una squadra sarà sempre più forte. E la F1 è un lavoro di squadra".


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